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ONU E VESCOVI: ZERO IN PAGELLA PER IL TTIP


L'intera impalcatura dei negoziati transatlantici comincia a traballare pericolosamente. Il fronte anti Ttip è infatti in costante crescita. Alle preoccupazioni dell'opinione pubblica e alle proteste delle organizzazioni della società civile continuano ad aggiungersi le perplessità di sempre più attori istituzionali. E' così che mentre la Brexit promette di rallentare non poco i negoziati in corso e il primo ministro francese Manuel Valls esprime la sua netta contrarietà nei confronti di un accordo non è in linea con gli interessi europei, sono i vescovi di Usa e Europa a prendere una posizione decisa elencando, in un documento congiunto, i punti salienti che un accordo commerciale dovrebbe necessariamente rispettare. Punti che, neanche a dirlo, non risultano rispettati nell'attuale negoziato del Ttip. Una posizione che richiama il dovere dei governi a salvaguardare gli interessi e i diritti dei propri cittadini piuttosto che quelli del big business. Dal documento dei vescovi trapela dunque una forte preoccupazione confermata dalla posizione assunta dall'Alto Commissariato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che critica decisamente la mancanza di trasparenza in un processo negoziale che dovrebbe coinvolgere tutte le parti interessate e che rischia invece di avere un tasso di legittimità democratica pari a “zero”.

“Tutti dovrebbero partecipare alle decisioni che impattano sulle proprie vite”. E' con questa affermazione che si apre il documento congiunto dei vescovi statunitensi e europei siglato da Joseph Edward Kurtz e da Reinhard Marx. Un'affermazione che potrebbe sembrare scontata ma che, nel caso del Ttip, non lo è. Le preoccupazioni della società civile sulle due sponde dell'oceano è primariamente relativa alla segretezza dei negoziati di un accordo che promette di avere un forte impatto su molti aspetti della vita quotidiana di lavoratori e consumatori. Preoccupazioni condivise dai vescovi che citano, a riguardo, la posizione di Papa Francesco che, nell'Evangelii Gaudium, esprime apprensione per un'economia squilibrata e per la scarsa attenzione nei confronti delle persone e dei loro reali bisogni. Trasparenza e partecipazione sono dunque elementi fondamentali dei negoziati che “dovrebbero svolgersi in sedi pubbliche e attraverso processi che assicurino che le voci provenienti dai settori più colpiti della società possano essere ascoltate e i loro interessi riflessi in qualsivoglia accordo dovesse venir fuori”.

Entrando nel merito di alcune delle questioni principali, poste al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica negli ultimi mesi, è da sottolineare il forte richiamo alla salvaguardia del “principio di precauzione” adottato dall'Unione Europea e che gli Stati Uniti vorrebbero bypassare attraverso il Ttip con l'intento di immettere i loro prodotti liberamente sul mercato europeo. Anche la questione dei diritti di proprietà intellettuale, soprattutto in relazione ai prodotti agricoli e ai farmaci, è considerata essenziale dai vescovi che rilevano come la Chiesa collochi tali diritti all’interno del più vasto contesto del bene comune. Non è solo il diritto delle multinazionali a dover essere salvaguardato, dunque, ma anche e soprattutto quello delle popolazioni più esposte di aver accesso ai progressi dell'agricoltura e ai farmaci essenziali. Ma è sul tema del lavoro, centrale nelle negoziazioni del Ttip, che i vescovi pongono un forte accento: “La dignità umana – si legge nel documento congiunto dei vescovi - richiede quale priorità la tutela dei lavoratori e dei loro giusti diritti; sosteniamo i diritti dei lavoratori, incluso il diritto ad auto-organizzarsi, così come la conformità agli standard lavorativi concordati a livello internazionale”.

Un vero monito ai negoziatori del Ttip che ricevono un ulteriore energico richiamo dall'Alto Commissariato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite: “Gli accordi commerciali preparati e negoziati in segreto – ha dichiarato in un comunicato l'esperto dell'Onu, Alfred de Zayas – che escludono le principali parti interessate come i sindacati, le associazioni dei consumatori, gli operatori sanitari, gli esperti ambientali e i parlamenti, hanno zero legittimità democratica”. Uno zero in pagella, quindi, per i negoziatori del Ttip che si trovano ora ad affrontare un fronte compatto di critiche alla vigilia del prossimo round negoziale di luglio.

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