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MIGRAZIONI: IN GIOCO IL FUTURO DELL'ITALIA E DELL'EUROPA

Una sfida epocale che, se non propriamente affrontata, potrebbe compromettere in maniera definitiva il progetto d'integrazione europea. E' un appello forte quello che la Cisl lancia dall'auditorium di via Rieti in Roma alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, della Cei e dei sindacati europei. Un appello che fonda le sue basi sui valori che hanno portato alla creazione dell'Unione Europea e che, non a caso, sono gli stessi del sindacato di via Po, in prima linea per il rilancio di un progetto europeo di integrazione, di inclusione sociale e di equità. Il messaggio per Bruxelles non è solo chiaro ma suona quasi come un'ultimatum: l'Europa dei muri e delle barriere non può e non deve esistere poiché in contraddizione con lo stesso ruolo di pacificatore che l'Unione deve assumere a livello internazionale. Il convegno “Migranti: dai muri all'accoglienza e all'inclusione nell'Europa dei diritti”, introdotto dal coordinatore delle attività internazionali della Cisl, Nino Sorgi, ha rappresentato l'occasione per un ragionamento complessivo rispetto a un fenomeno strutturale che ci accompagnerà per molti anni.

Le politiche di esclusione non possono funzionare, rileva Giuseppe Gallo, Fondazione Tarantelli centro studi ricerca e formazione Cisl, così come non può funzionare il sistema degli appalti a leader politici ambigui, come dimostra il caso della Turchia di Erdogan. Ripristinare il principio di solidarietà e tornare a essere portatori di una visione lungimirante per il bene comune dell'Europa sono allora i punti di partenza per risolvere la crisi dell'Unione. E il primo passo per rimettere in carreggiata il progetto europeo è quello di svelare le menzogne tessute ad arte e veicolate da personaggi che strumentalizzano il fenomeno migratorio per ottenere facili consensi politici. Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dei processi migratori dell'Università di Milano, definisce la cosiddetta “emergenza europea” come una “farsa”: l'86% dei rifugiati nel mondo è ospitato nei paesi del terzo mondo mentre meno del 10% è ospitato in Europa.

Per comprendere il fenomeno della migrazione è inoltre necessario capirne le cause. Secondo Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, non bisogna dimenticare le responsabilità del mondo occidentale che ha alimentato conflitti che stanno spingendo sempre più persone alla fuga dalle loro terre d'origine. La cooperazione allo sviluppo può senz'altro migliorare le condizioni di vita di molte persone ma bisogna anche tener conto dell'importanza delle rimesse che per alcuni paesi rappresentano la prima voce di pil. Migliorare la condizione dei lavoratori migranti in Europa è dunque un primo aiuto effettivo ai paesi di provenienza.

E il sindacato può far molto da questo punto di vista attraverso l'Inas, l'Anolf e l'Iscos i cui rappresentanti hanno esposto le azioni già intraprese e le strategie per favorire ancor di più l'integrazione. L'importante ruolo giocato dal sindacato sul territorio è stato introdotto dal segretario confederale Maurizio Bernava che ha definito l'azione della Cisl come “un'azione di prossimità”. Il sindacato, attraverso la sua capillare presenza, può dare un importante contributo non solo a livello economico ma anche a livello sociale, culturale e valoriale. Un ruolo ben chiaro alle istituzioni, come sottolinea il senatore Luigi Manconi, presidente Commissione straordinaria tutela e promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica, che ha invitato la Cisl a far leva sui pensionati che potrebbero svolgere alla perfezione il ruolo di mediatori culturali. All'impegno della Cisl sui territori corrisponde quello della Ces a livello europeo. Marco Cilento, consulente Ces sui temi della mobilità e migrazione, pone l'accento sullo sviluppo del dialogo sociale e sulle politiche di integrazione. I sistemi di accoglienza vanno dunque adeguati senza dimenticare l'ampia platea di lavoratori irregolari su cui la Ces si sta concentrando.

Le proposte della Cisl sono state accolte dal ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, che ha confermato l'impegno del governo a migliorare il sistema di accoglienza lavorando con i sindacati. Il ministro punta però il dito contro l'Europa dove manca la disponibilità a politiche condivise e dove la logica per cui ogni paese può alzare un muro a suo piacimento rischia di far crollare l'intero impianto comunitario. Le conclusioni sono state affidate ad Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, che ha ribadito il carattere europeista della Cisl ma che ha anche richiamato l'Europa al suo ruolo di “portatore di pace”: “La crisi dei migranti - ha detto la Furlan – è la cartina di tornasole dello stato di salute di un'Europa che non parla ne al cuore ne alla testa delle persone”. La questione migratoria è allora centrale per la Cisl: “Dobbiamo alzare la voce su questi temi – ha concluso la sindacalista – ponendoci lo stesso impegno che mettiamo ogni giorno sulla contrattazione perché qui è in gioco il futuro del paese”.

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