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PATTO DI STABILITA': QUANDO L'EUROPA GIOCA SPORCO

Democrazia in pericolo in Europa. La tenuta dell'Unione Europea appare minacciata da una serie di politiche arbitrarie, senza un adeguato consenso democratico, e, in molti casi, in palese violazione delle disposizioni contenute nei trattati. Come si è arrivati a questo punto? Quali sono i rischi connessi a questo approccio e quali le possibili soluzioni? Conquiste ne ha parlato con Angelo Polimeno, giornalista parlamentare e inviato del Tg1 Rai, che, nel suo ultimo libro “Non chiamatelo Euro”, edito da Mondadori, parla di un “golpe di tipo inedito” avvenuto in Unione Europea. Il valore costituzionale del trattato di Maastricht è stato stravolto da una serie di regolamenti e trattati internazionali che hanno provocato danni all'economia alimentando disoccupazione e precariato. Una politica “illegittima”, secondo Polimeno, che è stata perpetrata, e continua ad esserlo, attraverso l'imposizione di “regole sotterfugio”.



Dott. Polimeno, lei parla di democrazia a rischio nell'Unione Europea riferendosi in particolare alle norme varate all'indomani del trattato di Maastricht. Ci può spiegare cosa è successo nel dettaglio?

Parlo di crisi di democrazia perché le regole economiche della Ue, varate dal 1997 con il patto di stabilità fino ad oggi, sono di fatto regole illegittime perché cambiano i trattati europei. Secondo la disciplina di legge dell'Unione, ciò che stabiliscono i trattati europei, che hanno valore costituzionale, può essere cambiato solo da un nuovo trattato. Le leggi di rango inferiore, per esempio i regolamenti come il patto di stabilità, non possono cambiare le disposizioni dei trattati ma possono solo disciplinarne l'applicazione. La democrazia è a forte rischio perché il patto di stabilità è applicato in piena violazione dei trattati europei e cambia in maniera significativa alcune disposizioni importantissime del trattato di Maastricht. La cosa incredibile ma vera, e quindi gravissima, è che questo regolamento non è mai stato approvato da nessun parlamento. Il parlamento italiano non ha mai approvato il patto di stabilità che ha però portato alla perdita di milioni di posti di lavoro, alla chiusura di imprese, a tagli ripetuti alle pensioni, al lavoro precario. Tutto questo per una legge che il parlamento italiano non ha mai approvato e che viola i trattati europei.


Qual è la genesi di questo processo? Perché il patto di stabilità non è stato sottoposto al vaglio dei parlamenti?

Partiamo dalla considerazione che i trattati europei possono essere cambiati soltanto da nuovi trattati. Si tratta di un percorso istituzionale complesso che deve essere approvato da tutti i paesi e da un referendum laddove è previsto. Ora, il trattato di Maastricht contiene disposizioni rigorose ma di possibile attuazione. Nel 1992, i tedeschi avevano accettato quelle regole perché avevano bisogno di fondi per la riunificazione. Successivamente sono partiti alla carica per cambiare quelle regole che secondo loro erano troppo poco rigorose. Temevano per la stabilità della moneta dopo la rinuncia al marco. Decidono allora di provare a cambiare il trattato seguendo una strada legittima ma non ci riescono perché non ci sono più le condizioni per trovare una sintesi di interessi fra i diversi paesi europei. Viene varata la Convenzione europea per porre rimedio all'illegittimità ma il nuovo trattato cade al primo ostacolo, il referendum in Francia. A quel punto i tedeschi decidono di aggirare l'ostacolo avvalendosi dello strumento delle regole di rango inferiore, come il patto di stabilità. Da quel momento in poi il modello del patto di stabilità diviene la strada principale. Ci si convince che i trattati non possono più essere aggiornati per la parte economica e si continua cosi a procedere con norme illegittime. La parte economica di Maastricht è stata, d'altro canto, ripetuta in tutti i trattati successivi, da Amsterdam a Lisbona proprio per le ragioni che ho spiegato, ovvero che gli accordi non si possono cambiare. I cambiamenti li hanno allora fatti con queste regole sotterfugio.


Quindi l'illegittimità diviene, paradossalmente, la norma?

Dopo il patto di stabilità vengono approvati altri provvedimenti illegittimi, come il fiscal compact. Non parliamo più di regolamenti ma di trattati internazionali che sono tuttavia illegittimi perché un trattato internazionale non è sufficiente a cambiare un trattato europeo. La differenza è che mentre il trattato internazionale non può essere sottoposto a referendum, neanche nei paesi dove questo strumento è previsto, il trattato europeo si. Varare il fiscal compact con un trattato europeo avrebbe significato sottoporre quella legge anche al vaglio dei cittadini ma questo pericolo lo hanno voluto evitare con un trattato internazionale che è però illegittimo.


Ma se queste norme sono illegittime, perché i governi non si oppongono anche in considerazione dei danni che provocano all'economia e al tessuto sociale?

Questa è la classica domanda da un milione di dollari. Le risposte possono essere due: o i governi sono distratti oppure preferiscono essere distratti perché magari subiscono pressioni. E' un problema che non ha colore politico perché subiamo questo sistema da vent'anni e abbiamo visto avvicendarsi governi di centrodestra, di centrosinistra e governi tecnici. Ne abbiamo viste di tutti i colori ma niente cambia. Non si può neanche parlare di benefici perché il nostro debito pubblico continua a crescere. Quello che queste regole hanno abbattuto è il pil che è sceso e continua a scendere.


Quale è la posizione del governo italiano in questo contesto?

Qualche giorno fa Renzi ha detto se l'Ue non dovesse rispettare gli accordi sulla distribuzione dei profughi in Europa, l'Italia nel 2017 voterà contro l'introduzione del fiscal compact nei trattati europei. Ma perché l'Europa ci tiene a inserire il fiscal compact dentro i trattati europei? Perché siccome è illegittimo, Bruxelles, ovvero Berlino, ha fretta di legittimarlo inserendolo nei trattati europei. La posizione del nostro governo è quindi quella di utilizzare il fiscal compact come strumento di pressione per ottenere delle briciole.


Non esistono altri sistemi per riportare i processi europei nell'ambito della legalità e del consenso democratico?

In teoria si potrebbero fare dei ricorsi ma è una strada molto difficile. Un regolamento, come il patto di stabilità, secondo le regole europee può essere impugnato solo entro due mesi dal suo varo. Noi facciamo parte di una organizzazione di Stati e abbiamo una moneta unica ma se una legge è illegittima abbiamo solo due mesi di tempo per contestarla. Se ci fosse stata la stessa regola in Italia, per esempio, non avremmo potuto impugnare presso la corte costituzionale il Porcellum. Ma è democrazia questa? Allora, se politicamente non si riesce a risolvere la questione, l'unica soluzione è la strada giuridica. Essendoci questa difficoltà a fare dei ricorsi in Europa, la battaglia va prima di tutto affrontata a livello nazionale ponendo una semplice domanda ai nostri tribunali e ai nostri giudici: il governo italiano è legittimato a rispettare una regola palesemente illegittima come il patto di stabilità o dovrebbe invece tener conto di una legge di rango superiore come il trattato di Maastricht?















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